Venetoclax e FLAG-IDA nelle nuove diagnosi di leucemia mieloide acuta

Il trattamento con venetoclax e chemioterapia intensiva (fludarabina, citarabina, fattore di crescita granulocitario e idarubicina, FLAG-IDA) è risultato molto efficace in pazienti fit con nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta (AML) (1). Lo scopo di questo studio era di confrontare l’efficacia di venetoclax + chemioterapia intensiva versus la sola chemioterapia intensiva (2).

Lo studio consisteva in un’analisi post-hoc con propensity score di studi prospettici, (NCT03214562, NCT02115295 e NCT01289457) svoltisi presso l’MD Anderson Cancer Center (Texas, USA) tra marzo 2010 e giugno 2021, in cui venivano confrontati i risultati dei pazienti trattati con venetoclax + chemioterapia rispetto a un gruppo ben appaiato di pazienti trattati con sola chemioterapia (1, 3). I pazienti eleggibili dovevano avere un’età >18 anni, una nuova diagnosi di AML o mielodisplasia ad alto rischio (definita come conta di blasti >10%) e dovevano essere trattati con chemioterapia intensiva che incorporasse analoghi delle purine, antracicline e citarabina più o meno venetoclax. Lo studio ha incluso 279 pazienti (età mediana: 49 anni), di cui 85 nel gruppo venetoclax + chemioterapia e 194 nel gruppo di sola chemioterapia intensiva. Con un follow-up mediano di 30 mesi, 64 (86%) su 74 pazienti nel gruppo venetoclax + chemioterapia ottenevano una remissione completa con negatività della malattia residua misurabile (MRD), rispetto a 86 (61%) su 140 pazienti nel gruppo con sola chemioterapia intensiva [odds ratio 3,2 (95% Intervallo di confidenza, IC: 1,5–6,7); p=0,0028]. La probabilità di ricevere un consolidamento allotrapiantologico nei pazienti che ottenevano una risposta era significativamente più elevata nel gruppo venetoclax + chemioterapia che nel gruppo di sola chemioterapia [79% (95% IC: 67–88) versus 57% (95% IC: 49–65); hazard ratio, HR: 1,52 (95% IC 1,11–2,08); p=0,012]. La combinazione venetoclax + chemioterapia migliorava l’event-free survival (EFS) [mediana non raggiunta versus 14,3 mesi; HR 0,57 (95% IC: 0,34–0,95); p=0,030], mentre l’overall survival (OS) non differiva significativamente tra i due gruppi [mediana non raggiunta (95% IC: 24–non raggiunta) versus 32 mesi (19–non raggiunta); HR 0,63 (95% IC: 0,35–1,1); p=0,13]. I benefici osservati nel gruppo venetoclax + chemioterapia si confermavano indipendentemente dalla categoria di rischio secondo European Leukemia Net (ELN), con un particolare beneficio per i pazienti a rischio intermedio o avverso.

In conclusione, la combinazione venetoclax + chemioterapia intensiva sembra determinare tassi di risposta e sopravvivenza libera da malattia favorevoli rispetto alla sola chemioterapia in studi clinici prospettici a braccio singolo. Per quanto promettenti, i risultati di questo studio a favore di chemioterapia e venetoclax, soprattutto nelle categorie a rischio intermedio-elevato secondo ELN, necessitano di essere confermati in successivi studi prospettici randomizzati disegnati ad hoc.

 

BIBLIOGRAFIA

  1. Di Nardo CD, et al. Venetoclax combined with FLAG-IDA induction and consolidation in newly diagnosed and relapsed or refractory acute myeloid leukemia. J Clin Oncol 2021; 39: 2768–2778.
  2. Lachowiez CA, et al. Venetoclax combined with induction chemotherapy in patients with newly diagnosed acute myeloid leukaemia: a post-hoc, propensity score-matched, cohort study. Lancet Haematol 2022; 9: e350–e360.
  3. Jabbour E, et al. A randomized phase 2 study of idarubicin and cytarabine with clofarabine or fludarabine in patients with newly diagnosed acute myeloid leukemia. Cancer 2017;123: 4430–4439.